
SPAZIO – LUCA PARMITANO E I NOBEL — La Terra è così bella da spingerci a scoprire altri pianeti e riuscire a scoprire uno capace di ospitare la vita cambierebbe la nostra prospettiva: sono le prime battute scambiate fra gli astronauti Luca Parmitano e Jessica Meyer, nel primo collegamento fra la Stazione Spaziale e i Nobel, organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Gli astronauti hanno salutato Didier Queloz e Michel Mayor, autori della prima scoperta di un esopianeta, e Stanley Whittingham, al quale si devono le batterie al litio che gli sono valse il Nobel per la chimica. Il filo diretto tra i Nobel e l’Accademia avviene dà il via alla Nobel Week per i festeggiamenti legati alla consegna dei premi. “Lo spazio europeo nel corso dei 50 anni passati ha ottenuto risultati riconosciuti a livello mondiale, rilevanza strategica che ha portato a un riconoscimento Ue. Partenariato Copernico e Galileo sono traguardi che nessun stato membro avrebbe potuto raggiungere da solo. Auguro al presidente Sassoli di proseguire il cammino intrapreso per migliorare ricerca e innovazione nel settore spaziale e spingersi ancora”, – ha proseguito il comandante Parmitano dalla stazione spaziale – “Confermato l’impegno dei Paesi membri sul patto finanziario 2021-2027 sarebbe positivo che il Parlamento Ue continuasse su questa strada per l’alto valore strategico l’obiettivo è migliorare la qualità e lo stile di vita dei cittadini e delle future generazioni dell’Ue”. Tornando sulla Terra, le scoperte dei tre Premi Nobel sono state cruciali per il lavoro della Stazione internazionale spaziale. Mayor e Queloz verranno premiati proprio per aver scoperto il primo esopianeta in orbita attorno a una stella simile al Sole, che si chiama 51 Pegasi e rilancia l’eterna domanda sulla presenza di altre forme di vita nell’universo. La cosmologia e gli esopianeti sono tra i temi-chiave investigati nel corso delle missioni spaziali dell’Esa e il prossimo 17 dicembre partirà la missione Cheops. A dialogare con Parmitano e Meyer ci sarà anche il Premio Nobel per la chimica per lo sviluppo della batteria al litio e Jessica potrà raccontare in prima persona come ha contribuito ad installare le nuove batterie al litio durante la sua recente ‘passeggiata’ nello spazio. (Repubblica)
BENNU, UN ASTEROIDE CHE FA LA COMETA — Tre misteriosi getti di particelle emessi dall’asteroide Bennu, e osservati da vicino dalla sonda americana Osiris-Rex, mostrano che questo fossile del Sistema Solare è un asteroide attivo dalle complesse dinamiche interne. È quanto indica l’analisi dei dati della missione della Nasa pubblicati sulla rivista Science dai ricercatori coordinati da Dante Lauretta, dell’università americana dell’Arizona, a Tucson. Bennu è un piccolo asteroide a forma di trottola dal diametro di circa 500 metri ed è probabilmente una ‘pila di frammenti’ tenuti insieme dalla loro stessa forza di gravità. Nel dicembre 2018, è stato raggiunto dalla sonda Osiris-Rex che parla anche italiano con la tecnologia che le permette di orientarsi grazie al sensore stellare costruito dal gruppo Leonardo a Campi Bisenzio, e che ha lo scopo di catturare un campione dalla superficie di Bennu (entro il 2020) per riportarlo a Terra entro il 2023. Dall’inizio del 2019, la sonda ha fotografato a fondo l’asteroide al fine di selezionare il sito di campionamento. Analizzando le immagini raccolte, i ricercatori hanno individuato una nuvola di particelle intorno all’asteroide, identificando tre principali eventi di espulsione all’inizio del 2019, durante i quali alcune particelle sono rimaste nell’orbita di Bennu per giorni prima di ricadere sulla superficie, mentre altre sono state scagliate nello spazio. La causa resta ancora misteriosa, tuttavia gli studiosi hanno ipotizzato che il fenomeno potrebbe essere stato generato dall’impatto di piccoli meteoriti oppure dalla frattura della superficie dovuta a uno stress termico.
IN USA ARRIVO DI ARIA GELIDA — Gli americani faranno bene a non abituarsi alle condizioni miti che caratterizzeranno il weekend, perché per la prossima settimana è prevista un’ondata di freddo artico che porterà temperature estreme su gran parte degli Stati Uniti. Con l’arrivo dell’aria fredda direttamente dall’Artico, si prevede che le temperature subiscano un brusco calo da un giorno all’altro sugli stati centrali dai Grandi Laghi alle Pianure meridionali, riporta AccuWeather. La corrente a getto affonderà verso sud sugli stati centrali ed orientali e un fronte freddo scivolerà verso est sulle Grandi Pianure, il Midwest e l’East. Questo permetterà all’aria fredda bloccata in Canada di muoversi verso sud, iniziando nelle Pianure settentrionali già domenica 8 dicembre. Le massime potrebbero non superare i -13°C dal Dakota a parti di Minnesota e Wisconsin. Massime comprese tra -12°C e -7°C potrebbero scendere fino ai Grandi Laghi occidentali, incluse Chicago e Milwaukee, mercoledì 11 dicembre, mentre massime superiori a -6°C saranno possibili in parti dell’Ohio Valley e della Mississippi Valley, riporta Weather Channel.
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